Quella del vitigno Passerina è una storia che parla di riscatto. Il riscatto di una varietà che per anni ha subito la concorrenza di altre uve più celebri - una tra tutte il Trebbiano - e che ha ricoperto a lungo un ruolo marginale. Impiegata come prodotto da taglio per la produzione di vari vini, negli ultimi anni ha dimostrato a coltivatori e produttori tutta la propria validità, e si è rivelata capace di conquistare sia i consumatori occasionali, sia gli appassionati di enologia.
Ecco tutto ciò che c’è da sapere sul vitigno Passerina e i suoi vini bianchi!
Passerina: storia di un vitigno a lungo sottovalutato
Come molte altre varietà, anche il vitigno Passerina non presenta un certificato di nascita ben definito. Il fatto che numerosi autori latini lo abbiano menzionato nelle proprie opere (da Plinio il Vecchio a Varrone, da Catone a Columella), conferma però le sue antiche origini, risalenti almeno all’epoca classica.
Noto come vitigno appartenente alla famiglia delle uve Trebbiano, il Passerina si è diffuso in modo notevole nel Centro Italia, Marche e Abruzzo nello specifico.
Malgrado sia stato erroneamente considerato a lungo un prodotto di poco conto, da utilizzare non tanto in purezza, ma in combinazione con altre varietà, il vitigno ha subito negli ultimi anni una notevole rivalutazione, in primo luogo grazie all’ottima resa e grande resistenza della vite alle condizioni climatiche avverse e alle malattie, nonché alla qualità dei vini Passerina, culminata nell'assegnazione delle denominazioni DOC delle Regioni Marche e Abruzzo.
Terroir e zone di produzione del Passerina
C’è un che di poetico nel nome del vitigno Passerina, che rivela quanto esso sia legato al proprio territorio e agli scenari naturali nei quali cresce. Pare infatti che si chiami così perché i suoi acini - piccoli, polposi e dolciastri - sono un pasto molto amato dai passeri.
Il terroir del Passerina è quello tipico del Centro Italia: ambienti in prevalenza collinari, un suolo a composizione sabbiosa e calcarea e un’altitudine che si aggira tra i 200 e un massimo di 600 metri sul livello del mare. Zone come queste - caratterizzate perlopiù da un clima mediterraneo - si collocano in particolare nel Piceno, nell’area settentrionale dell’Abruzzo e attorno alla provincia di Frosinone.
Caratteristiche organolettiche e tipologie di vini Passerina
Per quanto riguarda aromi e sapori, il vino Passerina deve molto alle caratteristiche dei propri acini. La loro polpa, infatti, bilancia alla perfezione la componente zuccherina con quella più acida, dando vita a un prodotto fruttato e aromatico.
Da una declinazione all’altra le differenze sono percepibili. Il Passerina esiste infatti nella sua versione ferma, ma anche come Spumante metodo classico o charmat, che richiede una rifermentazione naturale di almeno 6 mesi. Il metodo di vinificazione del Passerina Passito e Vin Santo, invece, prevede l’appassimento dell’uva sulla pianta dopo la raccolta, e una fermentazione e maturazione in legno per un tempo minimo di 1 anno per il primo e 2 anni per il secondo.
In linea di massima, comunque, tra le caratteristiche del Passerina spiccano gli aromi di albicocca, pesca e pera, mentre un fresco sottofondo di timo e agrumi dona freschezza all’esperienza di degustazione.
Minerale e sapido al palato, il Passerina a tavola è un vino gradevole e di facile beva, adatto tanto alle occasioni speciali, quanto ai pranzi senza impegno.
Vini più famosi e abbinamenti gastronomici
Tra i vini bianchi Passerina più noti spicca per prestigio l’Offida DOCG, vino marchigiano prodotto principalmente nei comuni delle province di Ascoli Piceno e Fermo. Vinificato a partire da una percentuale minima di uve Passerina all’85%, questa eccellenza locale presenta un intenso colore giallo paglierino e una ricchezza di sentori.
La sua identità rinfrescante è dovuta agli aromi agrumati e alle note minerali percepibili al palato. A donare grinta al prodotto, inoltre, concorre il leggero retrogusto amarognolo, presente, ma equilibrato.
In tavola questo vino si adatta alla perfezione alla sapidità delle pietanze di mare, dalle insalate di molluschi alle zuppe, anche nella sua versione Spumante, che non disdegna nemmeno un abbinamento con i salumi della tradizione.
Come Passito, invece, il Passerina rappresenta sia un ottimo vino da fine pasto (a cui accompagnare pasticcini e biscotti), sia un eccellente prodotto da degustare assieme a formaggi erborinati.
Restando all’interno dei confini marchigiani, si può scoprire un altro notevole prodotto vinificato con questo vitigno: il Passerina Marche IGT. Questa varietà ha tutte le carte in regola per offrire un’ottima esperienza di degustazione, soprattutto in accompagnamento a fritture e antipasti di mare, nonché taglieri di salumi.
Nel calice conquista prima di tutto lo sguardo, con un brillante colore giallo paglierino. Si consiglia di iniziare la degustazione portandolo al naso: sprigionerà note di agrumi e fiori di lillà, mentre basta un sorso per innamorarsi dei suoi sentori fruttati e leggermente aciduli.
Tra i vini abruzzesi spicca, infine, il Passerina Terre di Chieti IGT, un bianco beverino e affabile, che nel calice sprigiona tutti i propri aromi fruttati e floreali. Tra questi emergono con maggiore forza la pesca e il glicine.
Per quanto riguarda gli abbinamenti tra vino Passerina e cibo, questo esemplare sa il fatto suo: fresco e persistente, predilige anch’esso i sapori di mare - a partire dagli antipasti fino a primi e secondi - che riesce a sgrassare dal palato grazie a una gradevole punta di acidità.
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