La Puglia non è soltanto primitivo: Negroamaro, Rosato, Chardonnay, Salice Salentino, Aglianico… D’altra parte, la regione che ospita il Salento è una delle più fertili e ricche di espressioni vinicole (e non solo). Se sei alla ricerca di un vino importante, non scontato e capace di regalare all’assaggio sensazioni di mirabile potenza espressiva, unisciti alla noi nella ricerca di curiosità sul Negroamaro. Ti va di scoprire con noi alcuni fatti poco noti su un rosso così speciale?
5 curiosità sul Negroamaro
1 – Un nome che viene dal passato
L’origine del termine Negroamaro è incerta. Le principali scuole di pensiero a proposito della nascita di questa denominazione sono due. La prima fa risalire il nome alla ripetizione del latino niger (nero) e del greco mavros (nero): Nero-nero, per sottolineare il tessuto cromatico impenetrabile del Negroamaro. La seconda interpretazione predilige l’origine territoriale: Niuru Maru, Nero amaro in dialetto salentino: esaltazione in termini popolari delle caratteristiche principali di questo vino.
2 – Pop da bere
Sì, è proprio così: i Negramaro hanno scelto di chiamarsi in questo modo proprio per omaggiare il vino salentino. Giuliano Sangiorgi, leader e frontman della band, ha raccontato in più di un’intervista che il richiamo al Negroamaro è una dedica alle proprie radici e l’esaltazione di un prodotto che ha nelle proprie caratteristiche (robusto, ma con un retrogusto dolciastro) la perfetta immagine della musica del gruppo.
3 – Gnomi e gnomerelli
Come spesso accade con i vini che incarnano lo spirito di un territorio, i migliori abbinamenti si hanno con piatti della tradizione locale. Brilla per contiguità di sapori l’accostamento tra Negroamaro e gnomerelli (gnummareddi): si tratta di involtini di frattaglie e aromi, cotti tradizionalmente sulla griglia. Niente creature fatate… ma un piatto di tradizione contadina da favola!
4 – Caccia al tesoro… nel bicchiere
Vuoi mettere alla prova il Negroamaro? Versane un bicchiere e chiudi gli occhi. Per prima cosa inspira e goditi il bouquet di questo vino. Che cosa ti fa venire in mente? Che immagini suggerisce? Passa quindi all’assaggio. E ora prova a scrivere quali sentori riesci a cogliere. Se sei curioso di scoprire quali aromi hanno indentificato i nostri esperti, li puoi trovare qui!
5 – È l’Alberello, baby
La natura è straordinaria: anche in condizioni sfavorevoli per lo sviluppo della vegetazione riesce a prosperare, autoregolandosi. Sfruttando questa tendenza, gli esperti viticoltori del bacino del mediterraneo hanno adottato il metodo di allevamento ad alberello. In questi vigneti le piante non sono assicurate a pali di sostegno (metodo di origine etrusca), ma crescono liberi da costrizioni. Un’attenta potatura mantiene le dimensioni di questi alberelli contenute, garantendo alla pianta di svilupparsi appieno e di sfruttare le risorse e i nutrienti presenti nel terreno anche in presenza di clima arido o siccità. Il Salento predilige questa forma di coltivazione: e i Winelovers ringraziano!
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