Il Piemonte non solo è casa nostra, ma è anche un insieme di territori da scoprire: una regione profondamente legata al vino, grazie alle numerose denominazioni che ospita e alla secolare tradizione enologica. È anche una terra che ama la buona tavola, più gioviale di quanto si pensi e con ricche pagine di storia alle spalle. Scopri alcune curiosità sul Piemonte insieme a noi!
Fatti poco noti e curiosità sul Piemonte
1 – Una cucina tradizionale, tante cucine tradizionali
La cucina regionale in Piemonte stupisce per varietà e ricchezza: si passa dai piatti di montagna, come la fonduta di fontina o toma, agli agnolotti, rivisitazione dei classici ravioli liguri. Proprio dalla Liguria arriva uno degli ingredienti chiave della tradizione gastronomica piemontese: le acciughe. L’antico mestiere di acciugaio era diffuso nelle valli dei monti che separano Piemonte e Liguria. Nei mesi invernali i contadini, costretti ad abbandonare il lavoro nei campi, lasciavano casa e si recavano in riva al mare per acquistare acciughe sotto sale; le rivendevano poi in città, e di famiglia in famiglie questi preziosi ingredienti entrarono a far parte della cucina tipica. Bagna cauda, peperoni arrosto con aglio e acciughe, e mille altre preparazioni deliziano i buongustai che si siedono a tavola per un pranzo alla piemontese. E poi ci sono ancora il Fritto misto, la carne cruda, il brasato al Barolo, le lumache al Barbera… e mille altre pietanze da scroprire!
2 - L’incanto di Usseaux
Vuoi scoprire un paesino che sembra uscito da un dipinto? Vai a Usseax: il piccolo borgo in provincia di Torino, a pochi minuti da Fenestrelle, offre lo spettacolo evocativo e insolito di un’infinità di murales realizzati sulle pareti in pietra delle case che lo costituiscono. Che cosa raffigurano? Scene di vita quotidiana in montagna, antichi mestieri e animali che occhieggiano agli angoli delle strade. Una cittadina davvero suggestiva, meta ideale per una scampagnata alla scoperta di un’Italia bellissima e poco conosciuta.
3 – Il Palio? Ad Asti il più antico d’Italia
Il Palio più antico è quello che si tiene ogni terza domenica di settembre ad Asti. Seppure non vi sia certezza assoluta su una prima edizione, già nel 1275 il cronista Guglielmo Ventura parlava della corsa come di una tradizione consolidata e secolare. Insomma, una manifestazione (quasi) millenaria! Non solo il Palio anima il settembre astigiano: Festival delle sagre, Douja D’Or e molte altre iniziative trasformano la città in una festa a cielo aperto.
4 – Piemonte, una regione per molti vini
Barbera e Barolo sono forse i più rappresentativi. Certo, non i soli: Nebbiolo, Grignolino, Arneis, Cortese, Barbaresco… insomma, una ricchezza inestimabile distribuita lungo i filari che decorano i profili collinari di un territorio innamorato del nettare di Bacco. Se dire Barolo è sufficiente a scaldare il cuore di ogni appassionato, la Barbera è spesso sottovalutata o poco considerata. Basta sorseggiarne un bicchiere per capire quanto vale: un pezzo di storia del vino italiano, una qualità che non teme confronti. Era così nota e apprezzata che le vennero dedicati componimenti poetici: il piemontese Secondo Petiti scrisse un componimento sulla Barbera che diceva: “Se i grandi campioni della Terra si riunissero in una tavolata, nulla di meglio ci sarebbe contro la guerra che una grossa “bagna cauda” con delle “pinte” di buon Barbera (con dle pinte ‘d bon Barbera c’a distend i nerv ‘d a front) che distende i nervi della fronte. Codeste l’unica maniera di aggiustare la pace, l’amore e i conti”. Niente male per un rosso popolare come la Barbera!
5 – Bogianen, un nomignolo di cui andar fieri
Generalmente si utilizza per identificare una caratteristica dei piemontesi, ovvero l’eccesso di prudenza, la difficoltà nell’affrontare i cambiamenti. Ma sai come è nato questo soprannome? Quando lo scoprirai, cambierai del tutto idea!
In piemontese significa (letteralmente) “non ti muovere” e pare che i primi a usarlo siano stati i soldati impegnati durante la Guerra di secessione austriaca. La Francia, nemica della Savoia e delle nazioni a essa alleate, voleva conquistare Genova. Un primo assalto partito dalla Costa Azzurra si risolse in una sconfitta. I francesi decisero di tentare un assalto da nord, passando attraverso valli e alture del Piemonte. Identificato un punto debole nelle fortificazioni del regno avversario (il colle dell’Assietta), l’esercito transalpino si mosse e si preparò all’attacco. Lo scontro iniziò il 19 luglio 1747. La battaglia mise subito in luce la disparità tra le forze in campo, tanto era soverchiante per dimensione l’esercito francese: il conte di Bricherasio, generale dei Piemontesi stanziati presso l’Assietta, diede ordine di ritirarsi e trovare riparo sul Grand Serin, per contenere le perdite. Le truppe, guidate dal Conte di San Sebastiano, rifiutarono la resa e rimasero sull’Assietta. Si racconta che il Conte di San Sebastiano riferì al generale che né lui, né i suoi uomini avrebbero lasciato il colle (“Nojàutri bogioma nen”, noi non ci muoviamo). La battaglia infuriò nella notte, e contro ogni previsione i piemontesi ebbero la meglio.
L’evento ebbe vasta eco in tutta Europa, tanto che il Re di Prussia (impegnato in un conflitto con il Regno Sardo) ebbe a dire: “Se disponessimo di un esercito di tale valore, conquisteremmo l’intera Europa”. Non male come nomignolo, non credi?
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