Il vino ha molti nomi e molti sapori: la Malvasia è uno dei più diffusi, aromatici e apprezzati. Sono ben 18 le diverse incarnazioni di questo varietale in Italia: un numero che da solo testimonia il successo della Malvasia nel nostro paese (e non solo, considerato il successo che il vino italiano ha nel mondo). Un vino diffuso non è necessariamente un vino conosciuto: ecco alcuni segreti della Malvasia che forse ancora non conosci.
5 curiosità sulla Malvasia
1 – Malvasia a bacca bianca e a bacca nera
Le varianti di questo vitigno presentano uve a bacca bianca o nera. Due tipologie di frutti che producono vini diversi, per certi versi complementari, capaci di stupire per note comuni da un lato e per ampiezza delle suggestioni dall’altro. Vinificata in bianco regala vini profumati e intensi: interessanti le Malvasie toscane e delle Lipari. In nero spiccano le Malvasie di Lecce e di Brindisi, calde e rotonde, caratterizzate da uno spettro aromatico ampio e fruttato.
2 – C’era una volta a Venezia…
Nella storia della Malvasia il mare ricopre un ruolo di primo piano. Sembra infatti che il nome di questo vitigno derivi da una città greca, Monembasia o Monemvaxia. Piccolo centro fondato nel 588, il cui nome significa Porto a una sola entrata, venne conquistata dalla Repubblica di Venezia nel 1419. È probabile che le uve coltivate in Grecia (e diffuse anche a Malta) furono importate allora in Italia: e così la Malvasia iniziò a conquistare il gusto dei veneziani prima e di tutto il continente poi!
3 – Essere o non essere… Malvasia!
Anche Shakespeare conosceva la Malvasia. Ne fa cenno all’interno di Riccardo III, una delle sue opere più celebri (è la tragedia che contiene il famoso motto “Il mio regno per un cavallo!”). Non si tratta di una citazione piacevole: Shakespeare racconta dell’annegamento del I duca di Clarence, Giorgio Plantageneto, in una botte di questo vino. Certo non un episodio felice: attesta però la fama di questo vino già nel Seicento.
4 – Che cos’hanno in comune la Toscana, il Salento e Giordano Vini?
Risposta semplicissima: la Malvasia! Nel nostro assortimento abbiamo 2 vini con questo fortunato vitigno nel cuore. Toscana IGT Bianco Selvato, dal sapore equilibrato e armonico, con un intrigante retrogusto finale di mandorla che attenua gli eccessi zuccherini. Ideale con carni bianche e con il pesce, regala emozione durante gli aperitivi. Dalla selvaggia Toscana ai paesaggi magici del Salento: è qui che nasce il nostro Malvasia Pinot Grigio Puglia IGT, raffinato e fruttato, con dolci note di pesca e albicocca. Ottimo con pesce e crostacei, si esprime al meglio anche con aperitivi e antipasti freddi. Ora la domanda è: quale sceglierai per primo?
5 – E si ritorna a Venezia per le Malvasie…
Se l’origine del nome ci riporta a Venezia, e a Venezia che torniamo per un'altra curiosità. Il nostro vino aveva una tale diffusione nel linguaggio comune (e nei bicchieri delle osterie) da trasmettere il proprio nome ai locali stessi. Proprio così: le botteghe dove si vendevano vini navigati, vale a dire trasportati via mare da terre lontane, erano chiamati Malvasie in onore del nostro vino. È proprio il caso di dirlo: si tratta di un’etichetta che sa di festa!
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