L’effervescenza che rende così esuberanti i nostri spumanti non è una caratteristica nativa del vino. O meglio, prima si fa il vino, poi gli si regalano le bollicine. Come si fa? Esistono due metodi principali, il Metodo Charmat e il Metodo Classico. Scopri con noi in che cosa consistono questi due procedimenti.
Metodo Charmat
Inventato sul finire del diciannovesimo secolo da Federico Martinotti, prevede la fermentazione del vino in grandi recipienti a tenuta stagna.
Perché si chiama Charmat se a inventarlo fu l’astigiano Martinotti? Perché l’attrezzatura messa a punto da Martinotti fu brevettata dal francese Eugène Charmat nel 1910.
La fermentazione ha luogo all’interno di un’autoclave a pressione e temperatura controllate; tale processo avviene in un periodo di tempo compreso tra 1 e 6 mesi. I lieviti operano la trasformazione degli zuccheri contenuti nel vino in alcol e anidride carbonica. La spumantizzazione si completa prima dell’imbottigliamento: quando finiscono in bottiglia le Bollicine Metodo Charmat (o Martinotti) sono già pronte per essere bevute.
Metodo Classico
Nato in Francia, nella regione della Champagne, nel Seicento.
Nel Metodo Classico (in Francia chiamato Champenoise) la cosiddetta Presa di spuma si ottiene in bottiglia mediante aggiunta di lieviti selezionati e zuccheri. Il processo è lungo: le bottiglie, poste in posizione orizzontale per permettere l’azione dei lieviti, devono riposare per un periodo compreso tra 6 e 30 mesi. Trascorsa questa fase iniziale devono essere ruotate quotidianamente di 1/8, e contemporaneamente inclinate. Questa fase, detta Remuage, determina la lenta caduta dei residui verso il collo della bottiglia; e se vuoi scoprire qualche curiosità in più sul lavoro dei Remueurs...
Uno o due mesi più tardi, quando le bottiglie avranno raggiunto una posizione pressoché verticale, sarà possibile effettuare la sboccatura (Degorgement). Con appositi macchinari si congela il collo della bottiglia, vengono espulse le fecce congelate e la bottiglia è pronta per l’ultimo passaggio: occorre compensare il liquido fuoriuscito durante il Degorment con lo sciroppo di dosaggio (Liqueur d’Expedition), costituito da zucchero e vino, e poi tapparle nuovamente, questa volta in modo definitivo.
Differenza tra i metodi? Il Metodo Martinotti produce vini fruttati e aromatici, leggeri, ideali per l’aperitivo. Un esempio? Il Prosecco.
Con il Metodo Classico si ottengono vini più strutturati, caratterizzati da bollicine più fini e persistenti. Non solo: la lunga fase di riposo dona al vino il sentore di lieviti e un corpo più deciso. I vini così prodotti sono adatti a tutto pasto, e non soltanto per brindisi memorabili. Champagne e Franciacorta sono i più noti esempi di vini prodotti con questo secondo metodo.
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