L’Amarone della Valpolicella è un vino rosso molto conosciuto e apprezzato anche all’estero, rientra infatti tra i vini italiani più esportati ed è motivo di orgoglio e vanto per il Veneto, regione che detiene il primato nel Bel Paese per la quantità, ma anche la qualità, dei vini qui prodotti.
Tra miti e leggende: la storia dell’Amarone della Valpolicella DOCG
Ancora oggi, le origini dell’Amarone della Valpolicella DOCG non sono certe, ma sono avvolte da un alone di mistero. Il disciplinare di produzione racconta che l’Amarone della Valpolicella vanta una storia antica, che ha inizio nel quarto secolo dopo Cristo, quando Cassiodoro, re dei Visigoti, indirizzò una lettera ai proprietari terrieri della Valpolicella chiedendo delle bottiglie di Acinatico, ovvero l’antenato dell’Amarone, per una mensa regale. Successivamente, l’importanza attribuita a questo vino è stata confermata dall’Editto di Rotari, che stabiliva delle pene salate per chi avesse danneggiato le viti e i grappoli delle viti destinate alla sua produzione: l’Amarone era considerato al pari del denaro per pagare i diritti feudali.
Il successo dell’Amarone non si è mai arrestato, nemmeno nei secoli successivi, infatti Scipione Maffei, durante l’Illuminismo, parla di un vino amaro della Valpolicella dotato di grande grazia.
Le leggende popolari, invece, legano la storia dell’Amarone della Valpolicella a un altro famoso vino della zona: il Recioto, un vino rosso, passito come l’Amarone, ma più dolce in quanto durante il processo di vinificazione la fermentazione viene arrestata prima che tutti gli zuccheri si convertano in alcool. Questi racconti narrano di come l’Amarone sia un “Recioto scappato”, nato da una dimenticanza della Cantina Sociale Valpolicella, che per errore aveva lasciato una botte di Recioto fermentare più del dovuto, convertendo tutti gli zuccheri presenti nel mosto in alcol. È così che nel 1936 Adelino Lucchese, capo della sopracitata cantina, quando decise di assaggiare il vino ottenuto esclamò: “Ma questo non è Amaro, è Amarone!”, determinando così l’inizio della storia dell’Amarone così come lo conosciamo oggi. Le prime bottiglie commercializzate sotto questo nome risalgono al 1953, ma questo grande vino rosso ha ottenuto la DOC nel 1968 e la DOCG solo in tempi veramente recenti, nel 2010.
Amarone della Valpolicella DOCG: caratteristiche e tipologie
L’Amarone è definito da molti un “signor vino”, di grande corpo e struttura, ma quali sono i vitigni protagonisti di una vinificazione di tale successo? Ci sono degli autoctoni veneti a bacca nera, ovvero Corvina, Corvinone e Rondinella. Le uve Corvina devono essere presenti, da disciplinare, in una percentuale variabile che deve coprire il 45-95% del totale, mentre il vitigno Corvinone può sostituire la Corvina per un massimo del 50%. È ammesso anche l’utilizzo di Rondinella, in una percentuale dal 5 al 30%, ma possono concorrere anche altri vitigni a bacca nera non aromatici coltivati nel veronese.
La zona di produzione dell’Amarone della Valpolicella DOCG si estende dalla provincia di Verona, seguendo il Lago di Garda fino al confine della provincia di Vicenza, su valli e pendii che entrano nella pianura formando la sagoma di una mano. Qui il terreno presenta diverse caratteristiche, spaziando da origini vulcaniche a disgregamenti calcarei-dolomitici, che, insieme al microclima unico della zona risulta essere una delle aree italiane maggiormente vocate alla coltivazione della vite.
In base alla zona di produzione, i vini Amarone della Valpolicella DOCG posso fregiarsi di diversi appellativi, come “Classico”, riferito alla zona più antica di produzione, o Amarone della Valpantena DOCG, se il vino nasce sui colli più a est della zona di elezione. La vendemmia delle uve avviene in ottobre, rigorosamente a mano e successivamente i grappoli vengono fatti appassire per 120 giorni su dei graticci di legno. Infine, il mosto ottenuto viene sottoposto ad affinamento per due anni, che diventano quattro per la tipologia Amarone della Valpolicella DOCG Riserva.
Gli abbinamenti gastronomici
L’Amarone della Valpolicella DOCG è un vino elegante e sontuoso, con grande potenziale di invecchiamento, di colore rosso granato scuro e dai profumi fruttati, balsamici e speziati. Dal gusto morbido e dai tannini suadenti e armonici, l’Amarone della Valpolicella richiede di essere abbinato a piatti importanti come i menu di carne, gli arrosti, ma soprattutto alla selvaggina. Degustalo in accompagnamento al tartufo per una esplosione di gusto, al risotto, al brasato all’Amarone oppure a dei formaggi stagionati! Inoltre, dalle vinacce dei vitigni utilizzati per la produzione di questo grande vino nascono delle eccellenti Grappe di Amarone, da degustare in abbinamento al cioccolato!
Ora che sai tutto sull’Amarone della Valpolicella DOCG, servilo in un calice di grandi dimensioni a 18-20º C, e apprezzalo sia con del cibo ma anche da solo, a fine pasto o come vino da meditazione!