Le innumerevoli rivisitazioni che hanno interessato i grandi spirits classici portano una nuova ondata di creatività che ha investito il genere, coniugando tradizione e spirito creativo. Uno dei frutti più sorprendenti è l’impiego sempre più diffuso della grappa nella mixology. I cocktail a base di grappa stanno spopolando, conquistando gli appassionati con la loro elegante robustezza e la complessità degli aromi.
Vuoi saperne di più? Ecco qualche ricetta da proporre durante una serata con gli amici!
Non solo degustazione: l’evoluzione di un distillato tradizionale italiano
Nel corso dei secoli, l’Italia si è ritagliata un posto di tutto rispetto nel panorama enologico mondiale, grazie a una selezione di vini ricca e sfaccettata. Ma la vinificazione non è l’unico talento che il Belpaese ha sfoggiato dall’antichità a oggi. C’è stato infatti un momento in cui si è capito che le vinacce (la materia restante dalla spremitura dei grappoli) potevano vivere una seconda vita grazie alla distillazione.
Le origini della pratica in Italia (pare fosse in realtà già nota nella Mesopotamia dell’VIII secolo a.C.) si perdono tra mito e verità. Alcune leggende la fanno risalire al I secolo a.C., quando un legionario romano importò tecniche e strumenti dall’Egitto. Si sa per certo che i distillati di vinacce spopolarono nel Medioevo, grazie al loro massiccio impiego in contesto alchemico e medico. A partire dal XII secolo, infatti, questa sostanza era molto apprezzata per le sue proprietà antinfiammatorie.
È invece più complesso risalire al periodo in cui il distillato iniziò a essere consumato come vera e propria bevanda: ricavata da ciò che restava dal processo di vinificazione, era considerato un prodotto tutt’altro che pregiato, diffuso principalmente tra i contadini o i membri dei ceti meno abbienti, ma anche tra gli alpini della Prima Guerra Mondiale, che la consumavano per sopportare le dure condizioni in cui erano costretti a combattere.
Il momento di svolta avvenne nel secondo dopoguerra, quando la grappa (da grapa, il peduncolo dell’uva) subì un processo di affinamento, che garantì la produzione di distillati sempre più morbidi e pregiati, mentre la selezione attenta delle materie prime garantì il rispetto di più alti standard qualitativi.
Da prodotto di recupero, dunque, la grappa divenne un distillato da degustazione, per poi fare il proprio ingresso - in tempi recenti - anche nel mondo della mixology, come base sempre più apprezzata per cocktail di vario tipo.
Le tipologie di grappa
Proprio come avviene per la vinificazione, anche la distillazione non dà vita a un unico prodotto, ma a diverse tipologie di grappa che variano a seconda della carica aromatica e del periodo di invecchiamento.
- Grappa giovane: dopo la distillazione viene sottoposta a un periodo di riposo in contenitori, solitamente in vetro o acciaio. Ha un colore limpido e trasparente e porta con sé le caratteristiche organolettiche del vitigno, solitamente aromi fruttati e delicati.
- Grappa giovane aromatica: differisce nella scelta della varietà di uva, poiché viene realizzata partendo da vitigni aromatici o semi-aromatici, che si riflettono dunque sui sentori del prodotto.
- Grappa invecchiata: ottenuta tramite un invecchiamento tra i 12 e i 18 mesi, secondo un rigido disciplinare. Nello specifico può essere barricata, ossia affinata in contenitori in legno o botti di rovere per almeno un anno o Riserva, invecchiata in legno per almeno 18 mesi. A livello organolettico presenta aromi più intensi e morbidi - con note vanigliate, fruttate o di tabacco - più o meno dolci a seconda del periodo di affinamento.
- Grappa aromatizzata: a differenza del distillato puro, quello aromatizzato si ottiene attraverso un processo aggiuntivo di infusione, che coinvolge botaniche di vario tipo, come frutti o erbe aromatiche.
Ma qual è la tipologia migliore da usare per la preparazione di cocktail alla grappa?
Non esiste una risposta univoca a questa domanda, poiché la scelta della base è saldamente legata al tipo di cocktail da realizzare.
Un drink fresco e fruttato potrebbe essere arricchito dall’aggiunta di una grappa dal bouquet aromatico simile, mentre per i cocktail dall’anima più robusta e suadente si potrebbe preferire una grappa invecchiata, dai toni morbidi e vanigliati, oppure aromatizzata alle erbe, per un retrogusto amarognolo.
Ve.n.to., il primo cocktail ufficiale a base di grappa
Dire grappa significa dire classicità e tradizione, ma il settore beverage vive anche grazie alle idee innovative, come quella di Samuele Ambrosi e Leonardo Veronesi. Cofondatore del Cloakroom Cocktail Lab di Treviso il primo e titolare del Rivabar a Riva del Garda il secondo, hanno portato un po’ di originalità nel settore, inventando nel 2019 il Ve.N.To, il primo cocktail alla grappa entrato nell’elenco ufficiale dell’IBA (International Bartenders Association).
Attraverso la selezione attenta di materie prime di alta qualità, che ricordano i prodotti più rinomati del Veneto e del Trentino, il risultato ottenuto è stato sorprendente, un misto di dolcezza e asperità che anche tu puoi ricreare facilmente:
- 45 ml grappa bianca
- 22,5 ml succo di limone fresco
- 15 ml di soluzione di miele e acqua
- 15 ml cordiale alla camomilla
- 10 ml di albume d’uovo (facoltativo)
- Scorza di limone e acini d’uva bianca
- Ghiaccio, q.b.
Inserisci tutti gli ingredienti per questo cocktail con la grappa in uno shaker e agita con vigore per qualche secondo. Filtra poi il tutto all’interno di un bicchiere di tipo tumbler colmo di ghiaccio. Decora con una scorzetta di limone e con degli acini d’uva bianca infilati in uno stecchino metallico da cocktail.
La rivisitazione dell’aperitivo classico: Grappa Negroni e Grappa Spritz
Non mera imitazione, ma rispettoso omaggio: rivisitare i grandi classici della mixology significa riconoscere la loro grandezza, donando loro un pizzico di innovazione e originalità. È il caso dello Spritz e del Negroni - sovrani indiscussi degli aperitivi - interessati anch’essi da reinterpretazioni interessanti. Tra le idee per dei cocktail alla grappa non potevano mancare proprio loro!
Grappa Spritz
In origine lo Spritz non era altro che un bicchiere di vino allungato con un po’ d’acqua frizzante, una consuetudine inaugurata dai soldati austriaci in Veneto, per mitigare il grado alcolico dei prodotti locali. Oggi invece è un drink a base di Aperol e Prosecco DOC, immancabile durante gli aperitivi in compagnia. Nel tempo questo cocktail ha assunto molte varianti - con sciroppo di sambuco, con liquore al carciofo o con succo di limone - ma le ultime tendenze hanno compiuto un passo in più, tramite l’utilizzo della Grappa al posto del vino.
Vuoi restare fedele alle origini? Provalo con una fruttata grappa di Prosecco!
- 35 ml di grappa bianca
- 35 ml di Aperol
- 15 ml di succo di limone
- 15 ml di succo d’arancia
- 15 ml di succo di pompelmo rosa
- Uno spruzzo di seltz o acqua frizzante
- Scorzetta d’arancia
Metti tutti gli ingredienti in uno shaker e agita bene. Filtra in un classico calice a tulipano solitamente utilizzato per lo Spritz e decora con una scorza d’arancia a ricciolo.
Grappa Negroni
Un po’ dolciastro, un po’ amarognolo, il Negroni è il drink suadente, sofisticato ma non complesso, che bisogna provare almeno una volta nella vita, meglio ancora se nella penombra di uno speakeasy, nella sua versione classica a base di gin, “sbagliata” con bollicina brut o - perché no? - nella sua rivisitazione con la grappa. La tipologia perfetta in questo caso è la Grappa di Barolo invecchiata, che amplifica i sentori di questo cocktail con un bouquet che accoglie toni legnosi e vanigliati.
- 20 ml di grappa invecchiata
- 40 ml di Campari
- 40 ml di Vermouth Rosso
Versa il Campari in un tumbler basso pieno di ghiaccio, aggiungi poi il Vermouth e la grappa. Mescola bene e decora con una fettina d’arancia.
Cocktail fruttati: Grappa Mojito e Grappa Colada
In quelle giornate d’estate troppo calde per fare qualsiasi cosa, la mente sogna tuffi in mare e cocktail sulla spiaggia… e non cocktail qualsiasi: la quintessenza dell’esoticità è ben rappresentata da Mojito e Piña Colada, due classici che - ovviamente - sono stati reinterpretati magistralmente. Ecco due tra le migliori ricette di cocktail con la grappa!
Grappa Mojito
Il distillato italiano per eccellenza e il cocktail estivo più rinfrescante di sempre si sono uniti, per dare vita a un’esperienza di degustazione straordinaria. Dissetante, ma di carattere, il Grappa Mojito aggiunge un pizzico di eleganza al classico long drink.
Puoi prepararlo a casa anche tu, utilizzando una Grappa di Brunello, che si sposerà alla perfezione all’acidità del lime grazie ai suoi toni minerali:
- 40 ml di grappa bianca
- 1 lime
- 3 cucchiaini di zucchero di canna
- 6/8 foglie di menta
- 40 ml di acqua tonica o seltz
- Ghiaccio, q.b.
Metti la menta (conservane un ciuffetto), il lime a fette e lo zucchero sul fondo di un tumbler alto e utilizza il pestello per schiacciare il tutto, estraendo succhi e aromi. Aggiungi il ghiaccio, l’acqua tonica e la grappa. Guarnisci il tutto con le foglioline di menta rimaste e gusta!
Grappa Colada
Per concludere questa presentazione di grappa cocktails è impossibile non menzionare il Piña Colada, a base di latte di cocco e succo d’ananas. Nato a Porto Rico negli anni ‘60, questo long drink è la quintessenza della tropicalità, anche nella versione che utilizza la grappa al posto del rum bianco.
Per preparare questa rivisitazione si consiglia di partire da una variante aromatica, come per esempio una Grappa di Moscato, che renderà il cocktail ancora più interessante dal punto di vista gustativo.
- 50 ml di grappa bianca
- 90 ml di succo d’ananas
- 30 ml di latte di cocco
- 15 ml di succo di lime
- Ghiaccio, q.b. (meglio se già tritato)
- Una fettina di ananas e una ciliegia candita
Metti gli ingredienti liquidi e il ghiaccio in un mixer, e frulla bene per una decina di secondi. Non esagerare con le quantità di ghiaccio, per evitare di creare un frozen cocktail. Versa il tutto in un bicchiere di tipo hurricane e non dimenticare le guarnizioni per questo cocktail alla grappa: una fettina di ananas sul bordo e una ciliegina candita.
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