Prima del gianduiotto, c’era una volta un seme di cacao a Torino…
Il cacao conquistò i Torinesi tre secoli prima della nascita del gianduiotto. Il rapporto tra i Torinesi e il cioccolato inizia a metà del sedicesimo secolo, precisamente nel 1559: di ritorno da Le Cateau-Cabrésis, dove fu siglato l’omonimo trattato di pace che sanciva la fine di un turbolento periodo di guerre in Italia, Emanuele Filiberto portò in Piemonte i primi semi di cacao.
I Torinesi se ne innamorarono! Il consumo del cioccolato inizialmente e per molti anni era limitato alla bevanda ottenuta dai semi, e per avere il primo cioccolatino vero e proprio il mondo ha dovuto aspettare il 1826. L’imprenditore Paul Caffarel, proprietario di una fabbrica di dolci in Torino, mise a punto una macchina in grado di produrre il primo cioccolatino. L’impasto, ideato dal pasticcere di origine valdese, era composto da cacao, acqua, zucchero e vaniglia.
Da Caffarel a Prochet, con un pizzico di Langa…
L’utilizzo di ingredienti diversi insieme al cacao era una necessità, dovuta alle conseguenze di una crisi internazionale: il Blocco Continentale voluto da Napoleone Bonaparte. Con tale decreto Napoleone impedì per circa dieci anni qualsiasi attracco di navi inglesi su territori soggetti a controllo francese. E gli inglesi erano i principali importatori di cacao… Integrare le scorte con altri ingredienti divenne quasi obbligatorio! E se pensi che fin dal 1700 a Torino i cioccolatai producevano circa 350 kg di cioccolato al giorno…
Il cioccolatino di Caffarel vent’anni più tardi incontrò l’estro di Michele Prochet. A questo punto entra in gioco la Tonda Gentile di Langa: Prochet unì all’impasto dei cioccolatini una crema ottenuta proprio dalla lavorazione delle nocciole, sminuzzate e ridotte in pasta. Questa nuova ricetta trovò perfezionamento nel 1865 e per la prima volta i cioccolatini così prodotti vennero distribuiti al pubblico. Fu Gianduja, celebre maschera del carnevale piemontese, a lanciare alla folla durante una sfilata i Givò (in piemontese mozziconi di sigaro), dolcetti a forma di barca rovesciata. I cremosi cioccolatini ereditarono il nome da Gianduja, diventando i mitici Gianduiotti!
Un pezzo di storia dolcemente irresistibile
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Il quadro Gianduja e Giandujotto sopra riportato è opera del pittore torinese Walter Jervolino.