Cosa abbinare al vino Falanghina: idee per una cena estiva

Un vino dalle origini antiche, che conquista per la sua freschezza e versatilità

Cosa abbinare al vino Falanghina: idee per una cena estiva

Data Pubblicazione: 24/07/2024

Nato durante il periodo di colonizzazione del Sud Italia da parte dei Greci, la Falanghina è oggi uno dei bianchi campani più noti e apprezzati.

Questo vino si distingue per il suo profilo organolettico delicato e la soave mineralità, che lo rendono l’accompagnamento ideale per i piatti di pesce. La straordinaria versatilità gli permette però di adattarsi a molte altre ricette, motivo per cui rappresenta un ottimo vino da tenere in cantina, soprattutto per le cene estive.

Ecco una guida al Falanghina, alle sue caratteristiche e ai consigli di abbinamento!

 

Freschezza e versatilità: le caratteristiche del vino Falanghina

 

Campi Flegrei, Beneventano e Costa d’Amalfi: sono queste le tre aree principali che fanno da sfondo alla coltivazione del Falanghina, i cui vitigni autoctoni traggono dal terroir di queste zone tutto ciò di cui hanno bisogno per crescere rigogliosi e offrire ai consumatori delle DOC di grande pregio.

Le piante apprezzano in particolar modo i terreni collinari composti da argilla e arenaria, e dalle buone capacità drenanti, nonché le temperature calde e asciutte della regione. Nella zona del Sannio invece si possono trovare declinazioni più aromatiche e dalla maggiore sapidità, causate dalle temperature più fresche.

Malgrado la natura robusta e rigogliosa del vitigno, nei vitigni si punta alla qualità della resa, piuttosto che alla quantità, in modo da amplificare la potenza espressiva dei suoi vini.

Altro elemento di grande rilievo è la natura vulcanica dei suoli che compongono in gran parte la Campania, caratteristica che si riflette nelle note organolettiche di questo vino bianco italiano, dando vita a sentori minerali ben percepibili. A distinguere questo vino secco sono inoltre il colore giallo paglierino carico - con dei lievi riflessi verdognoli - le delicate note di frutta e fiori freschi, nonché un gusto fresco e discretamente acidulo, che rendono il Falanghina un vino vivace, perfetto da gustare giovane.        

Di questo vino esistono però altre declinazioni, come quella spumantizzata - ottenuta da metodo Charmat - e quella passita. Nel primo caso ci si trova di fronte a un prodotto che recupera in gran parte i sentori olfattivi e gustativi della versione secca, aggiungendo però all’esperienza dei delicati profumi di lieviti e un perlage fine e dalla buona persistenza.

Il Falanghina passito, invece, si riconosce per un colore che tende al dorato e per un profilo olfattivo carico e passionale. Tra gli aromi primari emergono le note di miele, frutta candita e confettura, mentre all’assaggio è dolce e persistente, dalla texture morbida che coccola il palato.

 

Abbinamenti tra vino Falanghina e cibo: cosa mangiare con questo bianco campano

 

Se dal punto di vista organolettico sono la freschezza e la mineralità a spiccare di più, tra i tratti principali di questo vino c’è anche una straordinaria versatilità, che gli consente di convolare a nozze con moltissime ricette, specialmente quelle tipiche della cucina mediterranea. Ecco cosa abbinare al Falanghina, dall’inizio alla fine del menù!

 

Aperitivi e antipasti

 

Fresco e vivace, il Falanghina si adatta perfettamente agli aperitivi estivi, meglio ancora se organizzati all’aperto, in giardino o in terrazzo. Basta poco per mettere d’accordo il palato di tutti con questo vino, che dà vita a splendidi abbinamenti con i piatti tipici di queste occasioni conviviali o con antipasti sfiziosi di vario tipo.

Un "Collection" Falanghina Campania IGT si può accostare per esempio a un ricco tagliere di formaggi freschi o a pasta molle, da spalmare sul pane o sui crostini. Sono particolarmente indicati i caprini, caratterizzati da sentori intensi.

Questo vino è inoltre il compagno ideale di finger food fritti, cocktail di gamberetti, le classiche pizzette o le preparazioni con pomodori e mozzarella, soprattutto quella di bufala campana, sua conterranea. A questo scopo risulta straordinario anche un Falanghina del Sannio DOP Brut.

 

Primi piatti e Falanghina

 

pasta e vino falanghina

 

Grande amante dei piatti della cucina mediterranea, il Falanghina campano è una scelta azzeccata quando in tavola vengono serviti primi piatti saporiti, sia a base di pesce che di verdure. Tra queste due scelte ha però un debole per i sapori di mare, declinati in un’infinità di ricette diverse.

L’acidità e la mineralità di questo vino, specie nella sua versione secca, è quello che ci vuole per sostenere i sapori salmastri e intensi dei sughi di pesce, da cui pulire il palato sorso dopo sorso. Paccheri al ragù di mare gratinati al forno, spaghetti allo scoglio, rigatoni al polpo, risotto agli scampi, calamarata, una profumata pasta alla norma: tutto ciò - e non solo - rappresenta l’ampio ventaglio di abbinamenti con il vino Falanghina.

Degna di nota, infine, è la sua capacità di adattarsi anche alla pizza napoletana, non un primo piatto in senso stretto, ma un comfort food intramontabile che necessita delle etichette giuste per essere abbinata correttamente al vino, piuttosto che al più inflazionato boccale di birra.

 

Secondi e vino bianco

 

Tra le ricette estive con Falanghina non mancano ovviamente i secondi di terra o di mare. Nel primo caso le ricette migliori da gustare con questo vino sono quelle di carne bianca, dai sapori non troppo intensi, come del pollo al forno o alla piastra, accompagnato da verdure miste o patate.

Anche in questo caso tra i migliori piatti per vino Falanghina spiccano quelli di pesce. Ottimo per le grigliate di mare con gli amici, a base di tranci di pesce, molluschi o crostacei, il Falanghina apprezza anche dei ricchi piatti di frittura mista o ricette di pesce al forno, magari arricchiti con sughi corposi al pomodoro, dei classici tranci di tonno o salmone alla piastra - o in forno, in crosta di pistacchio - oppure un gustoso piatto di calamari ripieni.

 

Dolce e vino passito

 

Come degna conclusione di questa guida - nonché di un menù estivo - è giunto il momento di chiamare in causa la versione da fine pasto di questo eccellente bianco campano.

Il Falanghina Passito è la scelta giusta quando nello stomaco c’è ancora un posticino che solo un buon dessert può riempire e soddisfare.

Vale la pena stapparlo in accompagnamento a delle ricette dall’anima rustica, come una classica torta di mele, una rovesciata alle pesche o una crostata alla frutta, alle quali si sposa splendidamente grazie alle sue note organolettiche di frutta candita e marmellata.

Non male nemmeno l’abbinamento con la pasticceria secca, come biscotti di vario tipo (i cantucci toscani ne sono un ottimo esempio) e torroni, ma anche per organizzare una degustazione sofisticata con formaggi stagionati molto saporiti.

Il tuo palato te ne sarà grato!

 

Qualche cenno storico sul vino Falanghina

 

Non esistono testimonianze ufficiali che attestino il periodo esatto in cui il Falanghina comparve per la prima volta in Campania. Gli studiosi sono tuttavia piuttosto concordi nell’affermare che il vitigno sia approdato nel Sud Italia durante la colonizzazione di quest’ultimo da parte dei Greci, zona che prese il nome di Magna Grecia. Il nome deriva infatti dal termine greco falangos, che fa riferimento ai particolari pali utilizzati per il sostegno delle piante durante la coltivazione.

Il fatto che sia menzionato nei testi di Plinio il Vecchio conferma il fatto che la coltivazione del Falanghina proseguì in epoca romana, ma è necessario attendere il 1804 per riscontrare una vera e propria descrizione botanica della pianta, con una serie di autori che contribuirono alla conoscenza del vitigno con note sempre più precise, nonché della sua vinificazione.

Dopo un lungo periodo di coltivazione intensiva - allo scopo di amplificare la resa della pianta - i metodi produttivi cambiarono verso la fine del Novecento, per concentrarsi sempre di più sulla qualità dei vini Falanghina, trasformandoli così in un prodotto di grande prestigio per la tradizione enologica campana.

 

 

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