Il Fiano: zone di produzione del vino, caratteristiche e abbinamenti

Un gioiello del Sud Italia, ottimo per piatti di pesce, carni bianche e zuppe

Il Fiano: zone di produzione del vino, caratteristiche e abbinamenti

Data Pubblicazione: 14/06/2023

L’origine del vino Fiano è strettamente legata alla storia dei popoli che per primi ne hanno coltivato e impiegato il vitigno. Dalle Alpi Apuane esso si è spostato verso il Sud Italia, divenendo uno dei vini campani più celebri. Aromatico, fruttato e floreale, il Fiano è un prodotto versatile e di facile beva, strettamente connesso al suo territorio ma capace di varcarne i confini, per essere prodotto con risultati eccezionali anche in Campania, Puglia e Sicilia

Per capire cos’ha di così speciale il vino Fiano e perché è il vino perfetto per la tua estate, ecco quali sono le sue caratteristiche e gli abbinamenti migliori!

 

Dalle Alpi alla Campania: storia e zone produttive del Fiano

 

Cos’hanno in comune le Alpi Apuane e il Fiano? In apparenza nulla, ma le origini di questo antico vitigno a bacca bianca rivelano in realtà una stretta correlazione storica ed etimologica tra questi elementi. Furono infatti gli apuani - popolazione italica stanziata in Liguria - a contribuire allo spostamento della Vitis Apiana dalla propria principale zona di coltivazione, quando le incursioni romane li costrinsero a emigrare nell’attuale Campania. Lì, il vitigno Fiano trovò terreno fertile e si diffuse con buoni risultati, modificando gradualmente anche il proprio nome: da Apuano esso divenne Afiano, e da Afiano variò in Fiano, denominazione divenuta poi ufficiale.

Dopo un periodo di arresto dovuto prima alla filossera - parassita che diede del filo da torcere a moltissimi vitigni - poi alle Guerre Mondiali, questo vino bianco tornò a deliziare gli appassionati di enologia e della buona tavola, soprattutto grazie ai finanziamenti dell’esperto viticoltore Antonio Mastroberardino.

Sebbene oggi il Fiano venga coltivato principalmente in Campania, nel corso dei secoli è stato introdotto anche in altre regioni, prima fra tutte la Puglia, dove questo vitigno ha trovato fortuna e ha dato risultati produttivi eccellenti. Le origini del Fiano in questa regione sono ancora incerte: alcune fonti ipotizzano una presenza piuttosto antica, mentre altri suggeriscono che fu Carlo d’Angiò a importarlo a Manfredonia nel XIII secolo. Recentemente, inoltre, il vino Fiano viene prodotto anche in Sicilia.

Il terroir ideale dove il vitigno cresce prevede principalmente suoli a composizione argillosa, con buona presenza di limo e sabbia, nonché altitudini contenute, di circa 300-350 metri dal livello del mare. Nelle principali zone di produzione del vino Fiano (i comuni in provincia di Avellino per quanto riguarda il Fiano di Avellino DOCG e quelli in provincia di Brindisi e Lecce per il Fiano del Salento IGP) le temperature sono mitigate da un clima mediterraeo, che garantisce la crescita di piante resistenti al calore e alla siccità, e maturano uve equilibrate per quanto riguarda l’acidità.

 

Caratteristiche del vino Fiano e vinificazione

 

caratteristiche del vino e del vitigno fiano

 

Le prime caratteristiche del Fiano si possono notare fin dalla maturazione dei grappoli: fitti, di medie dimensioni e con acini dalla buccia di colore verde, tendente al giallo. Dopo la maturazione - che avviene attorno ai mesi di settembre e ottobre - l’uva viene sottoposta a un periodo di macerazione sulle bucce. Il Fiano viene poi affinato in contenitori d’acciaio e in seguito in bottiglia, per un periodo che può raggiungere anche i 12/14 mesi.

Questo processo esalta le sue caratteristiche aromatiche, che si esprimono attraverso sentori floreali e fruttati. Al naso spiccano le note di pera, pesca, mela, ma anche agrumi e frutta secca, mentre al palato questo vino arriva minerale e leggermente acidulo, con una persistenza finale che conferma la sua anima grintosa. Sono proprio queste caratteristiche a fare del Fiano un buon vino bianco italiano da invecchiamento, uno dei pochi in circolazione.

 

Il vino Fiano in cucina: con cosa berlo?

 

All’assaggio è facile affermare che il Fiano sia un vino che ben si abbina ai piatti di pesce: le sue noti minerali e l’acidità fanno infatti sì che il palato possa essere facilmente rinfrescato dai residui degli ingredienti più oleosi o dai sapori intensi delle grigliate a base di crostacei.

Le opportunità di accostarlo a diversi piatti della cultura gastronomica italiana e internazionale non coinvolgono però solo i sapori di mare e lago. Ottimo come vino da stappare in occasione di aperitivi di vario tipo, il Fiano - per esempio il Fiano Puglia IGT - è un compagno eccellente per antipasti, rustici e formaggi, ma si sposa con risultati altrettanto soddisfacenti anche a carni bianche e zuppe calde.

Il Fiano esiste anche nella versione passito o vendemmia tardiva, oppure spumante. Se le bollicine presentano caratteristiche simili al loro “fratello” secco e fermo (e si abbina a portate simili), le prime due presentano sentori fruttati e floreali ancora più spiccati, con note dolci che deliziano il palato durante l’esame gustativo. I migliori abbinamenti con il vino Fiano dolce sono quelli che coinvolgono dessert di vario tipo, come pasticcini, crostate, biscotti, ma risulta particolarmente azzeccato anche se bevuto assieme a formaggi erborinati o molto stagionati, caratterizzati da un gusto deciso.

Insomma, il Fiano è un vino versatile e piacevole, un compagno socievole per diverse occasioni conviviali, nonché una soluzione efficace per pranzi e cene rustiche o raffinate. 

 

 

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