Ci sono poche certezze nella vita, ma una di queste è sicuramente il Prosecco all’aperitivo (ma non solo). La sua estrema piacevolezza e grande versatilità infatti, lo rendono uno dei vini italiani più conosciuti e apprezzati nel mondo, tant’è che tra 2013 e 2014 ha sorpassato lo Champagne in termini di numero di bottiglie vendute.
C’è chi lo beve senza chiedersi troppi perché, gustandolo senza pensieri, o chi invece qualche domanda se la fa.
Ad esempio, da dove nasce e quali sono i migliori abbinamenti? Se anche tu sei tra i curiosi, ecco qui tutto quello che c’è da sapere su queste incredibili bollicine.
Storia e origine del nome
Si sa, quando si parla di tornare indietro nel tempo alla ricerca delle origini di qualche eccellenza enogastronomica italiana, il più delle volte si inizia dalla Roma antica. E anche il Prosecco non fa eccezione, tant’è vero che, secondo una delle tante ipotesi, il suo antenato sarebbe il cosiddetto “Pucino”, descritto da Plinio il Vecchio nel suo trattato “Naturalis Historia”. Considerato una vera prelibatezza e apprezzato dalle più importanti personalità del tempo, il Vinum Pucinum sarebbe addirittura stato ritenuto un elisir di lunga vita.
Sembra invece che le origini del Prosecco, così come lo intendiamo oggi, risalgano alla fine del ‘500: sarebbe stato proprio Prosecco, un piccolo comune friulano non lontano da Trieste, a dare il nome a questo piacevole vino.
Il terroir: le colline Patrimonio Unesco
Il Prosecco viene prodotto principalmente con uva Glera, nelle regioni di Veneto e Friuli-Venezia Giulia: una terra meravigliosa, fatta di pendii scoscesi e vigne lavorate a mano. In particolare, le colline del Prosecco tra Conegliano e Valdobbiadene, in provincia di Treviso, nel 2019 sono entrate a far parte del Patrimonio dell’Umanità Unesco. Qui nasce una delle due DOCG del Prosecco, ovvero il Prosecco Conegliano Valdobbiadene Superiore DOCG (l’altra è l’Asolo Prosecco Superiore DOCG), cui sottozona Cartizze è considerata il meglio del meglio della regione. Con vigneti esposti a sud e quindi sempre soleggiati, gode costantemente della brezza da nord-est e dall’aria fredda proveniente dalla Alpi. Tutto ciò determina una concentrazione di aromi nelle uve e un’altissima qualità delle stesse.
Tranquillo, frizzante o spumante?
Il Prosecco non è solo lo spumante che tutti conosciamo. Può essere infatti prodotto in ben tre tipologie:
- Il Prosecco tranquillo è un vino bianco fermo, cioè senza bollicine. È considerata la versione “storica”, l’unica diffusa prima dell’avvento del metodo di spumantizzazione Charmat (o Martinotti).
- Il Prosecco frizzante viene prodotta con il metodo Charmat in autoclave, come per lo spumante, ma si caratterizza per una minore presenza di anidride carbonica. Il risultato? Meno bollicine, per un perlage più lieve e meno persistente.
- Il Prosecco spumante è senza dubbio la versione più conosciuta e diffusa, realizzata con metodo Charmat. Questo può ulteriormente essere classificato in Brut, Extra Dry e Dry, a seconda della quantità di residuo zuccherino.
Il Re dell’aperitivo (e non solo)
Ciò che distingue il Prosecco, e che lo rende così tanto apprezzato, è sicuramente la sua versatilità. È un vino fresco ed elegante, perfetto da consumare a tutto pasto, a cominciare dall’aperitivo. In questo caso, un Prosecco Millesimato è quello che ci vuole per iniziare con il calice giusto. Morbido, brioso, con spiccati sentori di pesca e albicocca: il resto del pasto viene da sé…
Ma i suoi delicati aromi fruttati e floreali si prestano benissimo anche all’accostamento con cibi a cotture poco invasive, ad esempio con piatti di verdura. Va a nozze con asparagi e radicchio trevisano, tipici della sua stessa zona di produzione, ma anche con ortaggi verdi, come spinaci, zucchine e coste, specialmente se abbinati a della ricotta. Qui puoi puntare addirittura su una versione Rosé Millesimata, dal bouquet fresco e fruttato, dotata di un’ interessante complessità aromatica e un tenue tannino. Se in tavola c’è del pesce fresco, del sushi o dei molluschi, con questa vai sul sicuro.
E se il tuo amore per il Prosecco va oltre il pasto, goditelo alla fine. Come? Una bella grappa di Prosecco è la soluzione: la lenta distillazione esalta la ricchezza aromatica dell‘uva, per un sorso morbido e fragrante.
E con il dolce?
Con quello meglio di no, anche se è uso comune brindare a fine pasto proprio con un calice di Prosecco. In realtà, in questo caso nell’abbinamento si segue il principio di concordanza, cioè sapore dolce con sapore dolce: accostare le bollicine di uno spumante secco al dessert diventa quindi poco gradevole… In questo caso meglio puntare su un Moscato Spumante, che con l’aromaticità tipica dell’uva di origine ben si adatta alle caratteristiche del fine pasto.