Il vino ha un cuore. Il cuore del vino è riempito dai sogni degli appassionati, dai lavori in cantina, dalle attenzioni riservate a ogni bottiglia dai Wine Makers più scrupolosi e ispirati. Abbiamo incontrato Andrea, enologo Giordano, e abbiamo parlato di vino… e non solo!
Il vino è un viaggio: quattro chiacchiere con Andrea, Wine Maker Giordano
Ci incontriamo a due passi dalla Cantina, in un momento di relativa quiete, qualche giorno prima della partenza per Verona. Il Vinitaly è alle porte, c’è grande frenesia e i preparativi impegnano la maggior parte dei colleghi. Andrea, che ha firmato due vini per la linea Winemaker’s Choice, mostra con orgoglio le nuove bottiglie ben disposte sulla scrivania. Iniziamo a parlare. Di vino, ovviamente.
Che cos’è per te il vino?
Il vino per me è un viaggio. È un viaggio, perché ha sempre qualcosa di nuovo da offrire. Profumi, colori, sentori… lo stesso insieme di sensazioni che provo quando parto per un viaggio alla scoperta di un paese mai visitato, un territorio che non conosco. Quando sei ancora in movimento, quando passeggi per nuove strade e attraversi paesaggi sconosciuti, quello che colpisce è il susseguirsi di piccole scoperte: profumi, colori, immagini. Con il vino l’esperienza è intensa allo stesso modo: ogni sfumatura un’emozione, ogni aroma la tappa di un viaggio entusiasmante.
Qual è il vino che ti ha fatto innamorare?
Il mio primo amore è stato il Dolcetto. Mi ha fatto innamorare, sì. Al tempo stesso mi ha introdotto al mondo del vino, me l’ha fatto conoscere. Sono nato e cresciuto nella zona tipica del Dolcetto d’Alba, i miei primi assaggi, i primi sorsi di vino… il primo in assoluto, forse, è stato un Dolcetto. Prima di mettermi in viaggio, possiamo dire che sono partito da casa! E in fondo, a volte, ci sono viaggi che ti portano lontano senza dover percorrere chilometri. Basta avere una prospettiva diversa. Il Dolcetto mi ha fatto vedere quelle stesse colline che ogni giorno facevano (e fanno) da cornice alla mia vita con occhi nuovi. Ho capito che la meraviglia è negli occhi di chi guarda, basta saperla cogliere.
Due aggettivi per descrivere i vini che portano la tua firma
Mi vengono in mente due aggettivi: fruttato ed espressivo. Sono due vini rossi, con caratteristiche che al tempo stesso li avvicinano e li allontanano. C’è un comune denominatore, anzi, ce ne sono due: il primo è racchiuso nell’aggettivo fruttato. Una caratteristica che di solito è legata ai vini bianchi, dovuta anche a una vinificazione diversa, nei tempi e nei processi. Ho voluto che l’Andrea Vino Rosso e l’Andrea Etichetta Nera avessero conservassero inalterate le ispirazioni del frutto, le suggestioni, i profumi. La percezione più netta di questo aspetto? Il bouquet. A livello olfattivo il frutto resta chiarissimo.
Il secondo comune denominatore è legato all’aggettivo espressivo. Un buon vino non è fatto solo di gusto, di struttura. Un buon vino ti lascia qualcosa quando lo assaggi, e quel qualcosa si lega indissolubilmente a un ricordo, a un momento, a una sensazione. Un buon vino lascia una traccia d’emozione quando esprime se stesso, durante l’assaggio. Ho cercato di fare in modo che la personalità dei miei vini faccia proprio questo: renda l’assaggio e la degustazione piacevoli, e nell’eco del primo sorso accenda memorie e sensazioni che ti restano dentro.