Vini del Sud Africa: le zone vitivinicole e le migliori tipologie

Un viaggio lontano e affascinante tra storia, terroir e abbinamenti gastronomici

Vini del Sud Africa: le zone vitivinicole e le migliori tipologie

Data Pubblicazione: 15/01/2025

Il Sud Africa, spesso associato alla savana e alla natura selvaggia, nasconde un patrimonio enologico che merita di essere raccontato: una tradizione vinicola che affonda le radici nel XVII secolo e che oggi è tra le più innovative e interessanti del panorama mondiale. Nonostante il clima caldo e arido di molte zone del continente, la regione meridionale del Paese ha trovato il giusto equilibrio tra vento, sole e altitudini, creando le condizioni ideali per la coltivazione della vite. Grazie a un mix perfetto di varietà autoctone e influenze climatiche uniche, il Sud Africa è diventato un vero e proprio punto di riferimento per appassionati e intenditori di vini.

In questa guida esploreremo i vini del Sud Africa da non perdersi, le principali zone vinicole, i vitigni più rappresentativi e i migliori abbinamenti gastronomici per farti vivere un’esperienza enologica unica, alla scoperta dei migliori vini che questo straordinario Paese ha da offrire.

 

Bianchi e rossi sudafricani da non perdere!

 

Destinando almeno la metà della propria produzione al mercato estero, questo Paese oggi gioca un ruolo importante nel mondo enologico. Tra i vini del Sud Africa più rappresentativi, puoi trovare rossi intensi e corposi e bianchi freschi e aromatici.

Le caratteristiche dei vini sudafricani sono qualcosa di unico, che merita un assaggio attento e un abbinamento gastronomico ben ragionato!

 

“Pick of The Bunch” Pinotage

 

Se cerchi un vitigno a bacca rossa che rappresenti il Sud Africa alla perfezione, è sul Pinotage che devi puntare, unico autoctono del Paese, nato dall’incrocio tra Pinot Noir ed Hermitage.

In una bottiglia di "Pick of The Bunch" Pinotage, si rimane incantati di fronte all’intensità del colore rosso cremisi, per poi farsi conquistare dalle note primarie di frutti di bosco e spezie, con un tocco di liquirizia che arricchisce l’esame olfattivo. Al palato si ripropone l’identità fruttata, tra sentori di amarena, lampone e fragole, mentre i tannini sono morbidi, adatti all’abbinamento con piatti saporiti a base di carne, da una tradizionale fiorentina agli arrosti con sughi strutturati, da uno spezzatino di cinghiale con polenta a un piatto di tagliatelle al ragù di salsiccia, ma anche ricette speziate di origine etnica.

 

Cape Deams Shiraz

 

Vuoi organizzare un intero menù di carne, che conquisti i tuoi ospiti portata dopo portata? L’enologia del Sud Africa ti offre il prodotto giusto, un altro rosso corposo e strutturato, che coccola il palato con un retrogusto affumicato che non passa in sordina.

Elegante e legnoso, ideale per l’invecchiamento, il Cape Dreams Shiraz è il migliore amico di arrosti domenicali, filetti di manzo, costine di maiale e piatti a base di selvaggina, i cui sentori intensi possono essere sostenuti al meglio dal profilo aromatico deciso, ottenuto dai lunghi mesi di riposo in botti di rovere.

 

Chenin Blanc 2023

 

Lo Chenin Blanc è uno dei vitigni a bacca bianca che in Sud Africa ha trovato maggiore diffusione, esprimendosi al meglio in questa bottiglia di Chenin Blanc 2023, biologico e 100% vegano.

In questo vino, caratterizzato da un elegante colore giallo, sfumato di verde, è l’identità tropicale a farla da padrona, con le sue note rinfrescanti di lime, passion fruit e melone, ammorbidite da sentori di pera. L’innata freschezza si percepisce anche al palato, grazie all’aggiunta delle note agrumate, mentre il profilo gustativo ben strutturato si accompagna bene alle ricette di pesce.

Tra i migliori abbinamenti tra vini sudafricani e cibo spiccano in questo caso i filetti di salmone affumicato in crosta, le ostriche fresche, le capesante al burro o una semplice frittura di pesce da gustare con gli amici.

 

Sole, vento e vino: il terroir e le principali zone vinicole del Sud Africa

 

vitigni del sud africa e zone di produzione

 

È nella punta più meridionale dell’Africa che si concentra la produzione vinicola del continente, uno spazio relativamente piccolo, ma dalle enormi potenzialità.

Mentre nelle altre zone del continente domina un clima caldo e arido, del tutto inadatto alla crescita delle viti, qui è stato raggiunto un equilibrio favorevole per la viticoltura, fatto di temperature moderate e leggere brezze che provengono dall’Oceano. Le temperature più basse si registrano nei pressi della costa, mentre le aree vinicole situate nell’entroterra sono più calde, ma senza eccessi, grazie ad appezzamenti situati a una buona altitudine.

Ottimi per la coltivazione della vite sono anche i suoli, composti da un misto di arenaria, scisto, granito e argilla nei pressi della costa e di sabbia, ferro e calce nelle zone interne.

 

Vitigni principali e zone di produzione

 

Pur rappresentando solo una piccola parte dell’intero continente, il Sud Africa vanta comunque un territorio piuttosto esteso - circa 1.220.000 km2 - suddiviso in ulteriori regioni vinicole. Quelle di maggiore interesse enologico sono le seguenti:

 

  • Constantia: regione storica per quanto riguarda la produzione di vini (un tempo soprattutto fortificati), presenta temperature fresche, conferite dalle brezze oceaniche e dalla prossimità alle montagne. Questi tratti amplificano l’acidità delle uve, riflettendosi sui vini. I terreni sono granitici e argillosi, capaci di conservare l’acqua anche durante le stagioni più asciutte. Le varietà più coltivate sono Chardonnay, Merlot, Cabernet Franc e Sauvignon Blanc.

 

  • Stellenbosch: questa zona si trova nelle vicinanze di Cape Town e offre ai vigneti vaste distese collinari e rilievi montani. Le temperature sono calde e abbastanza secche, ma a rinfrescarle ci pensano le brezze marittime, mentre i terreni ricchi di granito, arenaria e scisto donano mineralità ai vini. Stellenbosch è la patria del Cabernet Sauvignon e dell’autoctono Pinotage, nonché dello Chenin Blanc, del Petit Verdot, dello Shiraz (il nome che qui ha assunto il Syrah), dello Chardonnay e del Sauvignon Blanc.

 

  • Paarl: concentrata soprattutto sulla coltivazione e lavorazione di Pinotage, Shiraz, Chenin Blanc, Cabernet Sauvignon e Chardonnay, presenta rilievi montani che permettono la crescita di vitigni forti e la produzione di vini sudafricani pregiati. I terreni delle alture sono granitici e poveri di nutrienti, mentre le zone di bassa altitudine sono composte principalmente da arenaria. In estate le temperature sono calde, mentre l’inverno dona piogge abbondanti, con brezze che provengono dall’Atlantico.

 

  • Walker Bay: zona vinicola più fredda del Paese, è situata nei pressi dell’Oceano Atlantico, che mitiga le estati calde e soleggiate con le sue brezze, rallentando la maturazione dell’uva e concentrando i suoi sentori organolettici. I suoli presentano concentrazioni di arenaria, scisto e argilla, che trattengono l’acqua. La zona è nota per le varietà Chardonnay e Pinot Noir.

 

  • Durbanville: zona soleggiata e temperata nei pressi di Cape Town, che risente molto della vicinanza dell’Oceano. Le temperature fresche rallentano la maturazione dell’uva, mentre i terreni ricchi di scisto trattengono l’acqua durante i periodi più piovosi, mantenendo le radici delle viti ben idratate. Le varietà più coltivate sono Shiraz, Chardonnay, Sauvignon Blanc, Pinotage, Cabernet Sauvignon e Merlot.

 

Un passato instabile, un futuro brillante: storia dei vini del Sud Africa

 

Come per l’Australia e la California, anche il Sud Africa si inserisce tra i Paesi vinicoli di recente sviluppo, nato dalla decisione dei coloni olandesi di piantare viti nella zona di Cape Town, verso la metà del XVII secolo.

Nel corso del secolo successivo l’attività si concentrò sulla produzione di vini fortificati e dolci, mentre l’Ottocento - grazie all’arrivo dei britannici - vide il potenziamento delle tecniche di coltivazione e vinificazione.

Le conseguenze della fillossera e dei conflitti politici e sociali del Novecento ostacolarono l’attività - costringendo i produttori a puntare sulla quantità più che sulla qualità - ma verso gli anni ‘60 la fine dell’apartheid permise la nascita e la crescita di piccole cantine indipendenti, che diedero una svolta all’enologia sudafricana con lo scopo di produrre vini più pregiati. Un impegno che oggi mostra tutti i propri frutti!

 

 

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