Sono protagonisti della vita quotidiana, occupano in tavola un posto d'onore, leghiamo a loro infiniti piacevoli ricordi. Non stupisce che siano tutti e tre nella Top Ten dei vini più bevuti dagli italiani… ma quanto li conosciamo davvero?
Barbera, Chianti e Prosecco
Una semplice carta d'identità per scoprire qualche curiosità su questi vini tradizionali e, soprattutto, eccezionali
Barbera
La Signora in Rosso
Nome
Barbera. Nel vocabolario Piemontese-Italiano-Latino-Francese da lui pubblicato nel 1816, Casimiro Zalli scriveva: “Barbera: specie di uva che si raccoglie specialmente nelle vigne di Asti; Barbarossa: sorte d’uva e vino nero, detto Barbera”. Un nome storico, dunque, sulla cui origine ancora regna il mistero. C'è chi lo fa risalire all'assonanza con i cavalli berberi che correvano il Palio di Asti, chi con la parola barba… Prima di essere Barbera era chiamata Grisa (grigia in piemontese), per il colore scuro degli acini d'uva dalla quale nasce.
Nata a:
L'Astigiano è il territorio principe del Barbera. Suoli di natura calcarea e arenaria forniscono la base, un susseguirsi di estati calde, poco piovose e inverni rigidi rappresentano il giusto clima per la maturazione delle uve. Non dimentichiamo la Barbera d'Alba, che nasce e cresce tra le Langhe e il Roero. Le origini parlano di una terra comune: la Barbera è regina del Piemonte!
Età:
L'origine è antica, ma c'è un dettaglio da non trascurare: non si chiede l'età di una Signora!
Colore:
Rosso rubino intenso: un vero e proprio gioiello, da sfoggiare durante i pasti con orgoglio. Nel tono pieno del rosso si intravedono riflessi granati: è un paesaggio di sfumature da scoprire!
Sapore:
Un vino corposo, pieno e gradevole. Il profumo intenso inebria con note vinose e fruttate.
Segni particolari:
La Barbera, femminile. Il Barbera è il vitigno, la Barbera il nettare che se ne trae. La Barbera è donna: forte, diretta, unica. Un vino versatile: non sfigura su una tavola elegante ed è allo stesso tempo perfetta per un rilassato pranzo in casa. Che sia un'occasione speciale o una pausa quotidiana, con una bottiglia di Barbera d'Asti Giordano cambia il gusto della giornata.
Chianti
Ambasciatore italiano nel mondo
Nome
Chianti. Un nome che evoca il territorio in Toscana che lo coccola come un figlio. Il nome potrebbe derivare da Clangor (rumore in latino), come il frastuono provocato dei cacciatori di frequente presenti nella zona, oppure dal più antico termine etrusco Clante (acqua).
Nato a:
Firenze, Siena, Arezzo, Pisa, Pistoia, Prato: e tutta la zona che le comprende! Il territorio è ampio, e il Chianti è così di casa in Toscana da aver dato il proprio nome a un territorio intero.
Età:
Si inizia a parlare di Chianti (sia come vino che come area geografica) nel 913, anche se i primi documenti ritrovati che certifichino l'utilizzo del termine risalgono al 1200. Nel 1716 il Granduca Cosimo III de' Medici sancì attraverso un bando ufficiale quali fossero le zone entro le quali era possibile produrre vini Chianti. Se vogliamo scegliere una data di nascita, il 24 settembre 1716 può essere il compleanno del Chianti!
Colore:
Rubino intenso, concentrato. Un colore che trasmette l'idea di una fitta consistenza, di una storia importante. Come il colore di un sipario pregiato, pronto a schiudersi su uno spettacolo meraviglioso.
Sapore:
Partiamo da quello che circonda il bicchiere. Prima di arrivare alle labbra, profumo di ciliegia e frutti di bosco. Arrivano poi delicate essenze di spezie, pepe e cannella, a promettere un gusto senza paragoni. E il gusto è pieno, armonico, vellutato. Un'esperienza sensoriale assoluta.
Segni particolari:
C'è spirito di Sangiovese nel Chianti. E c'è tutta la storia e la tradizione toscana nel suo profumo e nel suo inconfondibile gusto deciso. Il Chianti è ambasciatore del nostro paese nel mondo intero… E il Chianti Riserva Giordano è uno dei nostri vini più venduti. Se dovessimo definirlo in una parola, questa non potrebbe che essere internazionale. Con orgoglio!
Prosecco
La festa è assicurata
Nome
Il termine è conosciuto sin dal Settecento. Nel libro Il roccolo ditirambo di Aurelio Acanti (1754) era già utilizzato per indicare un vino in precedenza noto come Puxinum (Pucino). È probabile che abbia ereditato il nome da Prosecco, frazione del comune di Trieste, territorio che ospiti i vitigni dai quali nasce.
Nato a:
Friuli Venezia Giulia e Veneto reclamano il titolo di terra natale del Prosecco. Se dobbiamo scegliere una casa per questo vino, pensiamo alle città di Treviso o Trieste. L'uva Glera, la madre del Prosecco, cresce frizzante su terreni assolati, ben esposti, fiancheggiati da canali che ne favoriscono un accurato drenaggio. Diciamo che il Prosecco ama il sole: il carattere brioso che lo anima deriva proprio dai raggi dorati che ne favoriscono la crescita!
Età:
Un gentiluomo inglese in visita in Italia, Fynes Moryson, scrisse nel 1593: “L'Histria è divisa tra il Forum Julii, e l'Histria propriamente detta. Qui cresce il vino Pucinum, ora chiamato Prosecho, assai celebrato da Plinio”. Per avere quasi cinquecento anni ha conservato un'invidiabile esuberanza!
Colore:
Giallo paglierino, con guizzanti riflessi verdolini. Colori che sottolineano un carattere solare ed energico.
Sapore:
Evidente il profumo di fiori di tiglio e mela verde. Il gusto è fine, brioso, armonico, con un retrogusto fresco che racconta di serate primaverili e pendii baciati dal sole.
Segni particolari:
Festa! Il Prosecco significa festa. Un compleanno, un anniversario, un aperitivo e anche… una scusa vanno benissimo per stappare una bottiglia di ottimo Prosecco! Il Prosecco ama il clima che si crea intorno a lui: un concentrato di piacere, puro distillato di energia.
Ora che li avete conosciuti un po' meglio, perché non portarli a casa? Assaggiate i sapori di Piemonte, Toscana, Veneto. Noi li mettiamo a vostra disposizione perché siano loro, ora, a conoscere voi!